BIOGRAFIA
VIRGINIO GRANESE

Classe 1990, Virginio Granese è originario di Bagnoli Irpino, un piccolo centro alle pendici dell’altopiano del Laceno situato in provincia di Avellino. Da sempre amante dello sport, si è prima avvicinato al calcio, che è lo sport più diffuso, con una partecipazione attiva già a sei anni nella squadra di calcio cittadina, l’Asd Nigro. Un impegno portato avanti per tutta l’età giovanile, e che gli ha valso anche la conferma alla prima categoria. Una partecipazione quest’ultima, da cui è nata una vera e autentica passione per la palestra. Più precisamente, è stato un infortunio alla clavicola durante una partita di calcio, che ha costretto l’atleta ad iniziare a dedicarsi alla palestra riabilitativa. Un’attività praticata a Montella, nella palestra più vicina a Bagnoli. Inizialmente non avrebbe mai immaginato di affacciarsi al mondo del body building: il calcio dava grandi soddisfazioni, e una vera cultura dell’atletica in realtà non aveva ancora attecchito nell’immaginario collettivo. L’iscrizione in palestra arriva a 16 anni. Mai Granese avrebbe immaginato di lasciare il calcio e sostenere la scelta già maturata dell’amico Walter Delli Bovi di dedicarsi alla palestra. Ma a quell’età non c’era facoltà di scelta dal punto di vista economico: frequentare una palestra significava avere la possibilità di spostarsi tramite mezzi pubblici, e pagare le quote di iscrizione. Senza contare che il rendimento scolastico era stato sacrificato, con grave disappunto della famiglia. Scelse così di abbandonare la palestra, per comprare invece l’attrezzatura necessaria per allenarsi ‘fai da te’ in casa, e recuperare con la scuola, l’istituto tecnico commerciale di Sant’Angelo dei Lombardi. L’allenamento- sostenuto in coppia con Delli Bovi- era stato spalmato su entrambe le abitazioni, per evitare ingombri e assicurarsi un allenamento assiduo e costante. Soltanto a seguito di una maggiore disponibilità economica arrivata con la maggiore età, il nostro campione si è iscritto in palestra, ha iniziato a seguire un’alimentazione equilibrata, ed ha aggiunto degli integratori al suo piano alimentare. Prepararsi era quantomeno complicato: una cultura del body building non era radicata e non c’era internet. Tutto si basava sulla fiducia cieca nei confronti del preparatore personale, e al supporto di poche riviste specializzate di settore.

Il percorso non è stato sempre accompagnato dalla famiglia, anzi: dalla frequentazione assidua della palestra e fino all’alimentazione, i genitori hanno sempre considerato il body building soltanto come un hobby, e non come un’opportunità professionale e di lavoro. Anche il percorso formativo non consentiva grandi opportunità. Oltre alla facoltà di Scienze Motorie all’Università, che generalizza l’allenamento, sull’attività motoria specifica della palestra, c’erano poche voci specifiche.

Poi però immagina di frequentare un master di due anni ad Avellino, con l’Asi- Associazione Sportiva Italiana riconosciuta dal Coni, e che ad oggi è impegnata ad assicurare tutte le palestre della provincia. Anche in questo caso, nessun sostegno da parte della famiglia, che si rifiuta categoricamente di sostenere la spesa. Così, l’iscrizione viene congelata, in favore di un doppio lavoro: la partecipazione al complesso bandistico dove suonava, e l’impiego presso un’azienda castanicola, che avrebbero consentito di pagare le spese per l’iscrizione in palestra e per sostenere un regime alimentare specifico. Dopo sei mesi di lavoro, i risparmi vengono investiti nell’iscrizione al master. La conoscenza del professore Antonio Di Maio si è rivelata fondamentale, sia per l’allenamento con gli attrezzi, che sulla teoria, ovvero sull’anatomia e la biomeccanica degli esercizi.  Dopo il diploma inizia il tirocinio a Mercogliano con un amico personal trainer, e con cui prende il diploma di ginnastica posturale e il master di terzo livello di ‘personal trainer’ ovvero il diploma di abilitazione alla professione.

Nel maggio 2011 inizia finalmente la prima esperienza in palestra, a Montella, ma non quella che l’aveva da sempre allenato. Diventa un personal trainer a tutti gli effetti. Dopo circa sei mesi, la nostalgia e l’attaccamento alla palestra che aveva suscitato l’interesse agonistico viene fuori e ci ritorna. Dopo la prima esperienza di lavoro nella vecchia palestra come preparatore, continua il percorso di preparazione a livello agonistico, ma è stato costretto a lasciare, in quanto i vantaggi contrattuali ed economici offerti a Lioni, gli avrebbero consentito di gettare le basi per un futuro diverso, con stimoli nuovi, e maggiore serenità per sostenere uno stile di vita agonistico. La solidità economica è fondamentale.

Dopo poco arriva una nuova offerta, questa volta da una palestra di Lioni, che intanto aveva già avuto modo di notare le capacità del campione. Di qui la doppia esperienza, nelle due palestre. Nello stesso anno, forte dell’entusiasmo per i primi risultati raggiunti, l’atleta riesce a programmare la prima gara con un grande campione: Giliberto Ciriello, originario di Montella, Campione del Mondo nel 2003, 2006 e 2010.

Il primo anno ci sono state due gare, con l’Italian Federation Body Building: la prima non è andata secondo le aspettative, mentre dopo soli 15 giorni, con la stessa federazione ha partecipato al “Campionato sud Italia”, dove- nonostante non siano stati incassati risultati-, si è classificato nei primi sei. La IFBB è la federazione più importante a livello nazionale che porta dritto al professionismo. La preparazione per la prima gara è stata avviata su suggerimento dell’allenatore Ciriello, nonostante il breve tempo a disposizione. Senza aspettative, ma animato soltanto da una grande voglia di partecipazione, Granese inizia la preparazione, consapevole di non avere maturato la giusta confidenza con il palcoscenico, e una poca dinamicità nel posare. “Si è rivelata senza dubbio una bella soddisfazione per la carica di entusiasmo investita” spiega l’atleta. “Ma non c’è stata nessuna vittoria perché c’era la consapevolezza di non avere raggiunto il giusto grado di preparazione. Al contrario, invece, si faceva strada la mia caparbietà a migliorare per il futuro”.

L’anno successivo invece, Granese si iscrive alla gara regionale, dove derubato del primo posto (ancora non si conosce la motivazione), viene classificato come secondo. Dopo 15 giorni, arriva la seconda iscrizione al Campionato del Sud Italia dell’Italian Federation Body Building nella categoria “Juniores under 23”: primo. L’atleta ottiene così la prima vera classificazione e dunque anche la prima qualifica per il Campionato Italiano di Pisa, in gara a sole tre settimane dalla gara sostenuta per il campionato del Sud Italia. La vittoria arriva anche qui: Virginio Granese si classifica al primo posto e fra i primi tre concorrenti classificati del sud, e del centro nord. Di qui arriva la qualifica per le selezioni al Campionato Europeo, una gara che è poi è stata invece annullata una settimana prima a causa della scomparsa improvvisa del Presidente della Federazione Italiana, che decise di ritirarsi. Ma la preparazione conseguita era al top, così l’atleta decide di partecipare alla selezione mondiale, ovvero alla International body building fitness federation. Vince le selezioni e si qualifica per il mondiale: partono le consultazioni alla vigilia della gara e tutti gli atleti cercano di dissuadere Granese a non partecipare, per il livello particolarmente alto della competizione. Ma l’atleta va dritto per la sua meta e incontro al suo destino; si classifica fra i primi sei, e poi la tanto attesa vittoria, che il 23 giugno 2013 nella sede di Capo d’Istria in Slovenia, ha consacrato Virginio Granese a Campione Mondiale.  Il 2013 rappresenta senza dubbio un anno importante che ha segnato la svolta di Granese: da atleta a campione mondiale.

Un mese dopo la vittoria del Campionato Mondiale, il 23 luglio, ricevo una telefonata dalla sede Rai di Roma per un invito alla trasmissione di Rai Uno “Uno mattina” per rilasciare un’intervista sul mio successo e sulla vittoria del campionato mondiale. Insieme a me in studio, un medico specializzato in postura ed anatomia. L’argomento principale dell’intervista erano i muscoli, e io ho avuto modo di raccontare della mia esperienza e del mio percorso di allenamento.

IL MIO SOGNO. Raggiungere il livello più alto di body building e competere nelle gare più prestigiose. A questo però deve affiancarsi l’obiettivo di diventare professionista in circuiti sempre più grandi, per avere confronti maggiori e più qualificanti. Di qui è nato il progetto di aprire una palestra tutta mia, da gestire come meglio credevo, per diffondere questa cultura e questo stile di vita. Si tratta di uno sport di nicchia, e ancora in molti non ne conoscono i principi, per questo ritengo che sia arrivato il momento di dare credibilità e valore. Esattamente ad un anno dall’intervista rilasciata alla Rai sono riuscito a realizzare il mio sogno. Nello stesso anno ho rilasciato un’intervista al bimestrale “cultura fisica”, una rivista specializzata di settore, che oggi si trova nelle palestre a livello nazionale.

LA PALESTRA. Non avevo mai immaginato di arrivare a questo traguardo, perché sapevo di non poter contare sul supporto della mia famiglia, che non credeva molto nel mio progetto di vita. Poi però qualcosa è cambiato: mio padre mi ha aiutato tantissimo. Dopo tutti quegli anni trascorsi a fare sacrifici, e a fare bene quello che avevo deciso di fare, alla fine ha deciso di sostenermi. Il body building è l’abito migliore che io possa indossare e con la migliore disinvoltura: riesco ad esprimermi, a dare il massimo, e a dedicarmi con passione; tutto questo è diventata professionalità. Mio padre mi ha aiutato nell’apertura, perché ha vissuto tutti i miei sacrifici: ho lavorato per anni, e ha potuto verificare il mio impegno e spesso anche le mie delusioni. Per questo ha deciso di sostenermi. A settembre 2016 è iniziato il terzo anno di attività, e ad oggi posso ritenermi ampiamente soddisfatto di quello che ho ottenuto. Ho costruito una creatura tutta mia, a cui mi sono dedicato anima e corpo. Questo dimostra che la passione e la disciplina riescono a dare grandi soddisfazioni. Altro aspetto invece, è il percorso di crescita agonistica e la formazione, che seguita senza sosta. La vita agonistica è stata ridotta però, in favore di una sana alimentazione giornaliera, giusto riposo fisico e mentale. Oggi inoltre non devo pensare soltanto a me, ma anche ai miei clienti, che devo sostenere e accompagnare nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. I miei ragazzi sono la mia famiglia: le gare non mi portano da mangiare, anzi, lo tolgono!

Ho continuato invece il mio percorso di studi: intanto ho acquisito il diploma attraverso la vittoria del titolo mondiale per esercitare la professione in qualsiasi parte del mondo come personal trainer. Poi c’è stato un altro master con un professionista, Mahmut Irmak, di origine turca, che ha vinto la gara di Schwarznegger, sull’alimentazione, integrazione e tecniche di allenamento avanzato su body building & fitness. In aggiunta, ho frequentato una lezione di ‘posing’ ovvero tecniche per esibirsi su un palco da gara. Tutto ai fini dell’insegnamento agonistico, per mostrare come bisogna esibire i muscoli in pubblico sul palco. Poi ho continuato a frequentare altri seminari e corsi, fra cui un master interdisciplinare con Nicola Camera, specialista del settore, sull’alimentazione, integrazione e supplementazione avanzata. Una bella esperienza è stata senza dubbio quella di San Marino, dove ho partecipato ad un evento annuale, organizzato dalla V-Power, un’azienda che ospita tutti i guru atleti professionisti, e tutti gli atleti attuali e del passato. Qui ho avuto la possibilità di confrontarmi con Dannis James, Patrick Tuor, Hany Rambod e Clarissa Reis. In seguito c’è stato un altro attestato, specifico sull’allenamento “seminario teorico pratico del metodo SST di Patrik Tuor”; un seminario molto diffuso nel circuito e in tutte le palestre del mondo. Professionisti del settore, gente comune e neofiti della palestra possono ottenere risultati sulla crescita muscolare e sul miglioramento fisico. Non solo. Ho partecipato anche ad altri due seminari: uno stage divulgativo sui “segreti del Bb” con il campione Alex Zuccaro a Napoli; e il secondo, presso la palestra di un mio amico, dove sono intervenuti Annalisa Mollo, medico specializzato in tecniche di allenamento avanzato e alimentazione, con un seminario tenuto dal mio allenatore Gilberto Ciriello, “teoria e tecnica di allenamento avanzato e alimentazione”, dove ha divulgato il suo sapere e la sua esperienza nel settore. In questi anni sono riuscito anche io ad organizzare un seminario, con la complicità e il supporto di Davide Sicuranza, biologo nutrizionista che affianca la palestra, a cui hanno partecipato anche altri colleghi professionisti del settore, ma anche i clienti dell’American Style Gym, ospitato dall’Hotel “Grisone” sull’altopiano del Laceno. In quella occasione ho esposto i pro e i contro di questo stile di vita, ma anche le soddisfazioni che arrivano quando si verifica ad occhio nudo la crescita muscolare; e per le donne la tonificazione e il dimagrimento. Non solo. Ci sono stati brevi accenni sul mio personale pensiero per quanto riguarda il tipo di allenamento che un atleta deve praticare nel tempo per le attività agonistiche. È tutt’oggi in corso un ampio dibattito sull’alimentazione da seguire da parte dell’atleta, maschile e femminile. Inutile sottolineare che insiste un cambiamento nello stile di vita e nel carattere di chi si sottopone ad allenamento: è stato ampiamente dimostrato che con la pratica dello sport si acquisisce maggiore determinazione, migliora la qualità della vita, la forza d’animo, e si acquista maggiore sicurezza. Intorno ai nostri muscoli si forma una corazza in grado di rafforzare anche la personalità e il carattere. La palestra forma le persone, e spesso chi si avvicina a questo mondo sono le persone più deboli e sensibili.

LA PALESTRA PER IL SOCIALE. Frequentare la palestra significa stare in mezzo a tante persone diverse, e lo sport diventa quindi elemento di condivisione. In questo contesto, l’American Gym si è mostrata teatro di sperimentazione, in quanto ha favorito l’incontro fra etnie differenti, grazie alla presenza dei rifugiati richiedenti asilo politico ospiti del Centro Sprar di Sant’Angelo. La loro partecipazione attiva ha consentito la nascita di un gruppo solidale che ha saputo interagire grazie alla pratica sportiva, che ha portato infine all’integrazione. Ci siamo confrontati addirittura sull’alimentazione: la provenienza di ognuno, fra le più disparate, dal continente nero al Medio Oriente, hanno evidenziato anche i differenti stili di vita alimentare, e la cultura ‘nutrizionale’ di ogni Paese a seconda delle risorse disponibili. Abbiamo scoperto che i nostri amici seguono una dieta sana, senza l’apporto di zuccheri, con una piramide alimentare composta da pollo, riso, pesce, legumi e molte spezie. Usano molti antiossidanti, come uova, pesce, carne, e riso basmati come unico cereale.